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Dal trappeto al frantoio

Dal trappeto al frantoio

Come abbiamo già detto diverse volte, la cultura della coltivazione dell’ulivo è ben radicata nel territorio italiano, lo testimoniano gli ulivi millenari che tanto caratterizzano il paesaggio di questa regione. La lavorazione dell’olio di oliva quindi, ha sempre avuto una grande importanza in qualsiasi città o paesino, sia per il largo uso che se ne è sempre fatto a livello locale, sia per la grande portata del commercio di questa preziosa merce verso resto d’Europa e del Mediterraneo.

Il luogo fulcro di questa lavorazione è quello che oggi comunemente chiamiamo frantoio, ma che nel X-XI secolo era chiamato “trappeto”, termine molto diffuso in Sicilia e in Puglia. Questo luogo di solito era scavato al di sotto del livello del suolo, principalmente per la temperatura costante che qui si riusciva a mantenere: nei trappeti infatti, che si sviluppavano dai due a cinque metri di profondità, la temperatura rimaneva sempre più alta di quella della solidificazione dell’olio, ma abbastanza bassa da conservare il prodotto in condizione ottimale, evitando degradazione e irrancidimento. Aiutava anche la quasi totale assenza di luce che, non colpendo mai direttamente la materia prima, non la danneggiava.

Il principio di funzionamento del trappeto era lo stesso dei successivi frantoi semi ipogei e poi elevati: tramite una grossa pietra molare, le olive venivano frantumate e l’olio che ne fuoriusciva poi veniva stoccato prima di essere venduto e distribuito.

Nei secoli successivi, dal trappeto si passa al frantoio: una struttura, come dicevamo, semi ipogea o totalmente elevata: le olive venivano trasportate in un locale superiore e poi si sfruttava la gravità per facilitare la lavorazione della mola, generalmente spinta dalla forza animale. Locali separati erano quelli in cui veniva stoccato l’olio (questi locali erano spesso ancora seminterrati, sempre per tenere la temperatura costante) e quelli in cui finivano l’acqua di vegetazione e la sansa.

Tutto questo l’abbiamo visto nelle fasi di lavorazione dell’olio: Oilalà impiega i macchinari e le tecniche più all’avanguardia per produrre un olio extravergine Coratina e Peranzana di qualità eccellente, che faccia onore alla storia olearia millenaria e porti sulla tavola dei consumatori un prodotto dal gusto sopraffino e inconfondibile.

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