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Oilalà dice stop al glifosato! Rischi e danni dell’erbicida più diffuso al mondo

Oilalà dice stop al glifosato! Rischi e danni dell’erbicida più diffuso al mondo

Il glifosato è il pesticida più diffuso in Italia e nel mondo e nel 2015 è stato dichiarato dall’ IARC come potenzialmente cancerogeno per l’uomo. 


Il glifosato è l’erbicida più utilizzato su scala globale introdotto negli anni Settanta del secolo scorso dalla multinazionale Monsanto con il nome commerciale di Roundup®.

Distribuendo il glifosato sui campi si elimina ogni erbaccia o pianta tranne quella resistente che si desidera coltivare. Si aumenta così la resa per ettaro e si riduce l’impegno per l’agricoltore.

Non tutte le nazioni regolano allo stesso modo e in maniera efficace la diffusione e l’utilizzo del glifosato. Questo significa che, importando prodotti provenienti da realtà agricole meno regolate come, ad esempio dal Canada, si portano sulla tavola degli italiani alimenti con evidenti tracce pericolose di glifosato.

Emblematico caso è quello della Pasta industriale!

Prima di affrontare la questione legata alla pasta e al grano canadese, è utile approfondire gli importanti rischi legati al pesticida.

 

Perché il glifosato è pericoloso?

Ad accendere i riflettori su questo erbicida è stata la valutazione di cancerogenicità espressa dalla IARC  (International Agency for Research on Cancer), organo dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS)  ritenuto la massima autorità in campo oncologico.

  • Il glifosato è potenzialmente cancerogeno

Dal documento, divulgato anche su The Lancet Oncology, emerge una forte correlazione epidemiologica tra l’esposizione al glifosato e il linfoma non-Hodgking. è stato quindi inserito nella categoria 2a dall’IARC. Questa categoria (2A) viene utilizzata quando c’è limitata evidenza di cancerogenicità nell’uomo, sufficiente evidenza nell’animale da esperimento e forte evidenza che il meccanismo di cancerogenesi osservato negli animali valga anche per l’uomo.

 

  • Il glifosato è un inibitore ormonale

Nelle zone di produzione e di utilizzo massiccio si manifestano problematiche a livello ormonale e renale. Abbassa infatti i livelli di testosterone, estrogeni e progesterone. Favorisce la prevalenza estrogenica, sia nell’uomo che nella donna: nell’uomo è devastante, perché si abbassa il livello di testosterone. Nella donna, porterebbe a predisposizione al cancro degli organi sessuali: ovaie, utero…

 

  • Il glifosato è tossico per il suolo 

Una ricerca europea dimostra che il glifosato resta nel terreno e ci rimane a lungo. Con conseguenze negative per gli organismi che abitano il suolo, ma anche per gli esseri umani che vivono in prossimità di questi terreni contaminati visto che viene trasportato facilmente da vento e pioggia.

 

Questo erbicida è utilizzato per uccidere le piante infestanti e agisce in modo non selettivo, ossia in grado di sterminare indiscriminatamente qualunque organismo vegetale sul quale viene impiegato.

 

Al di là delle rassicurazioni fornite dai produttori, il glifosato è una sostanza ad elevata tossicità ambientale capace di alterare la funzionalità degli ecosistemi e degli habitat naturali e ridurre drasticamente la biodiversità ritenuta fondamentale per la buona salute della biosfera, della popolazione umana e della stessa agricoltura.

 

  • Il glifosato è molto diffuso

Oltre che in agricoltura, il glifosato e i formulati commerciali che lo contengono sono ampiamente diffusi in ambienti urbani e domestici. È utilizzato da Comuni e Province per la pulizia dei margini stradali, delle massicciate ferroviarie e del verde pubblico ed è presente anche in prodotti da giardinaggio e per l’hobbistica.

L’uso intensivo in agricoltura è strettamente connesso alla sementi geneticamente modificate (OGM) di soia, mais e colza, il cui DNA è stato alterato per renderli resistenti all’erbicida, che quindi può essere applicato in dosi sempre più massicce, inevitabilmente accumulandosi nel prodotto finale. Soia, mais e colza OGM sono ampiamente impiegati come mangimi per animali: è anche così che le sostanze come il glifosato entrano nella catena alimentare.

 

 

  • Correlazione tra glifosato e celiachia

“Vi sono evidenze che portano ad affermare una probabile correlazione tra il glifosato e la DIFFUSIONE DELLA CELIACHIA. I pesci esposti al glifosato sviluppano problemi digestivi che ricordano la celiachia. La celiachia è associata a squilibri nei batteri intestinali che possono essere pienamente spiegati dagli effetti noti del glifosato sui batteri intestinali. Il glifosato è noto per inibire gli enzimi del citocromo P450. Carenze di ferro, cobalto, molibdeno, rame e altri metalli rari associati alla malattia celiaca possono essere attribuiti alla forte capacità del glifosato di celare questi elementi.”  Ordine nazionale dei biologi. 

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Consapevoli dei rischi e della copiosa diffusione del glifosato, è il momento di sciogliere adesso il nodo centrale del nostro articolo.

Glifosato nella pasta: deriva dalla miscelazione tra grani nazionali ed esteri?

 

La risposta è sì!

La polemica, sorta in seguito alla pubblicazione dello studio effettuato dell’Associazione GranoSalus, nasce dalla rivelazione della presenza di tracce di glifosato nella pasta di alcuni noti brand italiani.La presenza di tali sostanze può legittimamente far supporre una miscelazione di grani italiani e extra-comunitari contenenti residui di glifosato.

 

Ad oggi molti produttori di pasta importano infatti grano dal Canada, per esattezza nella zona tra Manitoba e Alberta dove si estendono 1.500 chilometri di praterie coltivate a grano, dove è legale l’uso massivo di glifosato. Questo potente erbicida può essere utilizzato in fase di pre-semina per eliminare le erbe infestanti nel terreno, ma anche prima del raccolto per accelerare l’essiccazione e aumentare il tenore in proteine.

 

Entra cioè in questo modo, direttamente in contatto con il grano , dal quale verranno prodotte semole, farine e pasta. Si stima che, solo nel 2017, l’Italia abbia importato dal Canada 720 milioni di chili di grano, a fronte dei 4,3 miliardi prodotti nel nostro paese. Innegabile è quindi l’altissima possibilità di aver acquistato e consumato pasta industriale che conteneva importanti tracce del pesticida!

 

 

I Governi hanno adottato misure per evitare questo, ma si tratta di misure del tutto precauzionali che limitano la diffusione di questo pericoloso pesticida e non ancora la vietano. È per questo assolutamente necessario fare molta attenzione quando si acquistano prodotti alimentari, non basta limitarsi a controllare che il prodotto sia Italiano.

Non tutto il Made in Italy è garanzia di qualità, bisogna scegliere i prodotti migliori e i produttori più attenti.

Il consumo quotidiano di alimenti di derivazione industriale, può inficiare sulla tua salute e sul tuo benessere fisico, con conseguenze non trascurabili!

 

Le alternative al glifosato esistono

Sono le buone pratiche agronomiche, ecologiche e sostenibili anche sul piano economico a partire dai metodi di coltivazione biologici e biodinamici.

 

Pratiche come lo sfalcio e la trinciatura delle erbe non possono essere considerate un ritorno al passato: sono, piuttosto, una delle risposte a una serie di emergenze, come il drastico impoverimento della sostanza organica nel terreno, l’esigenza di limitare l’erosione dei suoli e quella di proteggere la biodiversità e gli habitat naturali.

 

Oggi la vera innovazione è adottare l’approccio agroecologico, per migliorare la fertilità dei suoli, diversificare le produzioni, aumentare la capacità di sequestro di carbonio, garantire raccolti adeguati e affrontare il controllo dei parassiti e delle erbe seguendo e monitorando le dinamiche naturali.

 

Perché Oilalà è “Naturalmente differente”?

Noi di Oilalà abbiamo a cuore, da sempre, il rispetto della Natura e dei suoi frutti.

 

Assecondiamo sempre i tempi spontanei della Terra e la nostra è una coltivazione senza pesticidi e erbicidi chimici. Seguiamo la maturazione delle olive passo passo, per capire quale sia il momento migliore per la loro raccolta e trattiamo i terreni e gli ulivi con cura, utilizzando gli strumenti e le tecniche di coltura meccanica.

 

È in questo modo che garantiamo ai nostri clienti un prodotto 100% Italiano, non trattato chimicamente, ad alto contenuto di Polifenoli.

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